Viaggi

Tra 1200 Rakan ad Arashiyama

Grazie alla sua foresta di bamboo famosa in tutto il mondo che ogni anno attira migliaia di visitatori, Arashiyama e’ probabilmente tra le attrazioni piu’ gettonate durante una vacanza nel paese del Sol Levante.

Io per prima viaggiai verso Arashiyama, nel lontano 2017, attratta da questa famosa foresta per poi rimanere stupita di quanto altro ha in realta’ questo piccolo paesino da offrire. Altro che sono riuscita a scoprire nel mio secondo viaggio in Giappone avventurandoci sino ai meandri della foresta di Arashiyama per arrivare sino al tempio Otagi Nenbutsuji.

Come arrivare ad Arashiyama

In quel periodo soggiornavamo nella nostra casa tradizionale giapponese e, raggiungere Arashiyama da li era semplicissimo, 10 minuti di passeggiata tra le viuzze di questa Kyoto gia’ sveglia e attiva e dritti dritti in stazione a prendere la linea JR Sagano o Sanin. Gia’ in treno ci si rende conto di star per raggiungere una meta prettamente turistica, dovendo stare tutti attaccati e sentendo all’improvviso piu’ Sorry che Sumimasen.
Una volta arrivati in stazione, un percorso semplice tra le vie della citta’ vi portera’ direttamente alla prima tappa: La foresta di bamboo.

Il Monkey Park

Un’attrazione che noi adoriamo di Arashiyama e’ il Monkey Park.
Si sale su per il monte di Arashiyama, da cui, tra l’altro, una vista mozzafiato vi lascera’ a bocca aperta, e si arriva dritti dritti nel cuore della foresta.
Qui, ogni giorno, migliaia di scimmie vengono a mangiare dalle mani di mille turisti impazienti di interagire con loro.
Interagire per modo di dire perche’ le scimmie in questione sono scimmie selvagge. Fissarle negli occhi e toccarle e’ assolutamente vietato ma, potrete cibarli comprando del mangime a scelta tra noccioline e mele ed entrando in una sorta di gabbia per umani.

Ingresso al Monkey Park: 550 yen. Aperto dalle 9 alle 17.00
Cibo per le scimmie : 200 yen

Tempio Otagi Nenbutsuji

Non tutti sanno che ad Arashiyama si trova questo tempio, su per la montagna, nella parte nord della citta’. Un tempietto piccolo ma che nasconde un grande tesoro : piu’ di 1200 Rakan.
Per raggiunge il tempio si deve prendere un autobus esattamente nella parte opposta della strada, di fronte alla stazione di Arashiyama. Il numero 93, dritto sino all’ultima fermata.

Non servira’ aspettar tanto per rimanere senza parole. Un tempio che gia’ solo varcata la porta d’ingresso vi sembrera’ di trovarvi in un’altra dimensione e all’improvviso sentire un’energia unica ed i bruchi nello stomaco trasformarsi in bellissime farfalle.

Le divinita’ pregate in questo luogo sono sei : Karitei Bosatsu dio protettore delle gravidanze e della crescita personale: Senjyu Kannon dio della fortuna: Hiun Kannon protettore dei viaggi in aereo: Kokuzo Bosatsu dio della prosperita’, dello studio e del lavoro: Jizo Bosatzu dio della longevita’ e protettore degli incidenti causati da incendi e Fureai Kannon, dio delle relazioni.
Il giorno in cui visitammo il tempio era una domenica come tutte, e la cerimonia si svolgeva con gli abitanti del paese venuti a pregare con il monaco del luogo. Un monaco anche un po’ unico nel suo genere che, vedendoci completamente presi, ed avendo infilato una testa dentro una campana, decise di suonarla ad insaputa del nostro amico e ridendo poi alla reazione di quest’ultimo…

Cosa sono questi Rakan e perché si trovano proprio in quel tempio?

Il tempio Otagi Nenbutsuji non si trova nel luogo originale della sua costruzione, bensi’ venne solo successivamente costruito dove si trova adesso. Inoltre e’ uno dei templi, della zona di Kyoto, che subi’ piu’ danni nel corso degli anni. Danni dovuti da tifoni, incendi ed ogni tipo di catastrofe naturale.

A causa di vari disastri, e’ stato dunque ricostruito diverse volte fino al 1955, quando il tempio si trovava alla sua millesima ristrutturazione e arrivo’ un uomo, uno scultore e ristrutturatore che poi col tempo divenne persino il monaco principale di questo tempio.

Quest’uomo decise che avrebbe scolpito 1200 Rakan, seguaci di Buddha, a coprire tutte le colline adiacenti al tempio. Ma esse non furono scolpite interamente da lui, bensi’ arrivarono in aiuto gli abitanti del villaggio che, in pellegrinaggio sino al tempio venivano ad imparare l’arte dello scolpire la pietra. Difatti molte di queste statue rappresentano gli abitanti stessi in pose o espressioni di ogni giorno mentre altre semplicemente in gesto di preghiera.

Ed e’ proprio questo a rendere questo luogo unico, perche’ in nessun altro luogo in Giappone si trova un tempio con un cosi’ diverso mix di figure religiose ad unire il sacro ed il profano.

L’ingresso al tempio e’ di 300 yen ed e’ aperto tutti i giorni dalle 8 alle 16.30.

Alla fine della visita, come in un film, salimmo tutti sul bus ricolmo di fedeli, tutti a sventolare la mano a quell’uomo sull’uscio del tempio, e lui, con il suo sorriso a rispondere ad ognuno e, tra essi, anche a noi, i suoi turisti tanto stupidi da mettere la testa dentro una campana.

Ciao caro monaco, e ci vediamo alla prossima, chissa’ se ti ricorderai ancora di noi .

E a voi, alla prossima

Alice (:

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