Viaggi

Un giro in barca ad Ine

Mentre scrivo questo post a Vienna siamo al terzo giorno di quarantena e, mentre fuori la natura si risveglia, penso a come poter sfruttare al meglio questo tempo a casa. Così , dopo aver pulito incessantemente ho pensato di dedicarmi un po’ a questo luogo così intimo che tanto amo e raccontarvi di avventure, luoghi, distanti ma vicini con le parole e le immagini. Per poter viaggiare un po’ insieme e per un attimo, sentirci di nuovo liberi di camminare nel mondo. Per cui oggi vi racconto di Ine.

Ine, questo luogo magico che ho trovato su Internet mentre sfogliavo pagine su pagine web . Ine è una cittadina piccolissima, dove gli abitanti sono per lo piu’ pescatori, raramente si trovano dei turisti in giro e raggiungerla non e’ poi così semplice.Ma a me non interessava, mi aveva colpito e decisi che dovevo a tutti i costi andare a vedere con i miei stessi occhi. Inoltre per poter raggiungere Ine saremmo dovuti prima arrivare alla città di Amanohashidate dove, una striscia di terreno collega la terra al paradiso. Potevo mai perdermela ?! Era come prendere due piccioni con una fava e così i tanti kilometri di distanza non erano poi niente di fronte a quei luoghi.

La cittadina di Ine

Come raggiungere Ine:

La nostra avventura parte da Kyoto sul JR Hashidate limited express che in due ore, senza dover cambiare treno e con un paesaggio incredibile al finestrino, ci portera’ ad Amanohashidate. Tuttavia la tratta non e’ totalmente coperta dal Japan Rail Pass e si dovranno pagare 7,500 Yen a tratta.

In treno provate a non addormentarvi! Ho visto tanti paesaggi dai finestrini dei treni giapponesi ma nessuno è paragonabile a quello dal finestrino del treno direzione Amanohashidate. Cascate, foreste magiche, ruscelli dall’acqua limpida come il cielo e tanti immensi alberi di cachi. Eh si, da buona siciliana pensavo che i cachi crescessero solo in Sicilia, o comunque non potevo mai credere di trovarli in Giappone ed invece dovetti ricredermi. Successivamente ne mangiamo persino uno, grande come una palla da calcio per bambini ed incredibilmente succoso.

Arrivati alla stazione:

Una volta arrivati alla stazione di Amanohashidate, chiedemmo indicazioni all’ufficio del turismo e ci fu consigliato di recarci prima alla visita della cittadina di Ine e poi con un autobus tornare verso Amanohashidate.

Il viaggio in autobus:

L’autobus in questione costa 400 yen e fa diverse fermate dentro il villaggio di Amanohashidate sino ad arrivare a Ine. Noi lo prendemmo alla stazione e scendemmo alla fermata Inewan Meguri Hide per poi prendere una barca per vedere le casette di Ine da vicino.

Il viaggio in autobus è stato uno dei più terrificanti che abbia mai fatto, ma non perché l’autobus non fosse sicuro, bensì non sapevo proprio dove stavo andando ! Quello che vedevo era solo mare, blu, immenso infinito blu. All’ufficio informazioni c’era stato detto che sarebbero state solo quattro fermate, ma dopo quattro fermate l’autista mi impedì di scendere, facendomi capire che non era la mia fermata. Allora capii perfettamente come si doveva sentire Chihiro a stare seduta su quel bus direzione Fondo di Palude.

Inoltre, a differenza dei soliti bus di città dove le varie fermate venivano scritte sia in giapponese che in inglese, qui era tutto solo ed unicamente in giapponese. E nonostante mi fossi segnata il nome di Ine in kanji, non riuscivo proprio a trovarlo nella lista delle prossime fermate. Solo dopo scoprimmo che si intendevano quattro fermate di quelle principali. Fatto sta che ero nel panico, e quando la guida è nel panico non è proprio una gran cosa, ma per fortuna i miei compagni di avventura mi tranquillizarono:’ Non ti preoccupare Alice, vedrai che stiamo andando nella direzione giusta’ In realtà, pero’ neanche loro sapevano dove stavamo andando .

Dopo quello che sembrò un’eternità l’autista ci fece segno di scendere. Ed eravamo nel nulla del nulla più assurdo. Di fronte a noi una casetta, il porto, dove all’interno vendevano sardine in scatola e cibo per uccelli.

E fu così che passammo da un cartone all’altro e adesso mi sentivo come una turista di Sardinolandia su piovono polpette. Eppure tutto dava da sembrare di essere nel luogo giusto, allora decidiamo di acquistare un biglietto per il prossimo traghetto.

Il giro in barca:

Il giro in barca costo’ poco, circa 200 yen a persona e duro’ circa una ventina di minuti.
Il mangime per uccelli che vendevano al negozio di souvenir era per i mille volatili che seguirono il nostro viaggio, rendendo l’esperienza ancora piu’ unica.

Una volta finita la visita, dovevamo prendere di nuovo lo stesso autobus e tornare in direzione Amanohashidate per la seconda tappa della giornata. Ma, delle bici abbandonate al lato della strada, apparentemente per turisti, con una mappa all’interno che indicava proprio il percorso da compiere, ci ispiravano troppo. Era un segno, un invito, e così lo accettammo trovandoci a pedalare in un paesino dall’aspetto inabitato e così silenzioso da sentir persino il cigolio delle bici vecchie. Un momento magico, una di quelle cose che non metti in programma ma che quando accadono non puoi far altro che godertele e sperare non finiscano mai.

Una volta arrivati alla piazza del paese, dopo esserci goduti una passeggiata tra le casette di mare eravamo pronti per raggiungere la nostra seconda tappa.

alla prossima avventura,

Alice (:

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